Descrizione
Il 9 giugno a Foligno sarà presentato il libro “Il naso grifano di Dante” di Giuliana Poli, un piccolo “racconto sapienziale” che scruta con occhio indagatore Dante, la città di Foligno, Palazzo Trinci con i suoi affreschi e la scultura “Calamita cosmica” di Gino De Dominicis.
Alla presentazione, che si terrà all’Oratorio del Crocifisso a partire dalle ore 17.30, interverrà l’autrice con Alessandro Masi, Vice presidente della Società Dante Alighieri, con il critico d'arte Italo Tomassoni.
Il libro prende le mosse dal naso grifano di Dante, ovvero il naso a becco di uccello di Dante, profilo molto apprezzato in antichità e segno di nobiltà d’animo, ripreso nel naso “a becco” dello “Scheletrone” di Gino De Dominicis.
L’autrice esplora una serie di rimandi simbolici e storici che prendono il via dalla sua visita a Foligno quale consulente per la realizzazione del docufilm prodotto dalla Società Dante Alighieri “La Comedia di Foligno”.
La stessa autrice, che è giornalista e ricercatrice di antropologia culturale, scrive così:
“Tutto nasce in una mattina speciale del 2021, presso il tempio circolare della Santissima Trinità in Annunziata a Foligno, dove è distesa la Calamita Cosmica di Gino De Dominicis, accompagnatore illustre era Italo Tomassoni, sommo studioso e massimo conoscitore dell’artista, Alessandro Masi, attuale Vice Presidente della Società Dante Alighieri e il regista Lamberto Lambertini. Scopo era la visita dei luoghi più significativi della città per la realizzazione di un docufilm sulla stampa della prima edizione della Divina Commedia, avvenuta nel 1472 proprio a Foligno, a cui ho avuto parte come collaboratrice artistica.
Durante il percorso ho colto tanti indizi particolari, che mi hanno fatto pensare a Foligno come parte di quell’Italia minore che maggiormente protetta dalle tragedie della storia ha conservato tracce nascoste, quell’humus ghibellino detentore del mondo segreto di Apuleio, di Dante e di Gino De Dominicis! Tanti indizi e simboli notati presso la Calamita cosmica e presso Palazzo Trinci che hanno rappresentato quel file rouge, che mi hanno condotto fino le terre marsiche degli Spiritualisti abruzzesi collegati a San Domenico di Foligno, al morso del serpente nei culti della dea Angizia, trasmessi alla Francescana Santa Angela di Foligno, anch’essa una Spiritualista medioevale; mi hanno condotto ad approfondire il rapporto iniziatico del falco con il falconiere molto presente nella Divina Commedia al pari del mondo medio orientale; mi hanno condotto a constatare quanto nella storia fosse importante il naso aquilino dei “gentili”, ad apprendere quanto questi indizi e misteri fossero un punto di forza fondamentale per Giotto, che dipinge nei concetti ciò che Dante scrive. Giotto e Dante, che riconoscono nello status dell’esser brutto, un grande valore per l’origine della vita. Nel libro metto molto in risalto l’importanza della bruttezza, la cui parola è molto presente nella Divina Commedia e con un grande valore simbolico. A tal proposito, il grande scheletro umano con il naso di uccello è una figura assai brutta, che potrebbe creare nei visitatori, sgomento e confusione, ma il brutto, forse non tutti sanno, che è il punto di partenza di nuove comprensioni.”