Palazzo Varini-Onofri-Jacobilli

Il complesso edilizio che attualmente ha la fronte principale che si affaccia su Piazza Matteotti (oggi sede dell’ “Albergo Italia”)…

Il complesso edilizio che attualmente ha la fronte principale che si affaccia su Piazza Matteotti (oggi sede dell’ “Albergo Italia”), per più secoli, e sicuramente dal Cinquecento, presentava la facciata principale sul lato sinistro di Via Colomba Antonietti, già Via del Forno, un vicolo stretto di collegamento con la Piazza Grande, dove sono visibili ancora due bei portali di fattura cinquecentesca, che dimostrano come la struttura odierna fosse articolata in passato in più unità immobiliari, acquistate e unificate poi dal noto erudito e storiografo Lodovico Jacobilli nella prima metà del Seicento.
Una parte del complesso edilizio fu inizialmente della famiglia Varini, in particolare apparteneva a don Matteo Varini, nel Cinquecento, in quanto uno dei due portali su Via Antonietti, il più prestigioso, presentava e presenta tutt’ora lo stemma araldico dei Varini (sei monti su tre ordini con due gigli).
Sempre nel Cinquecento il palazzo diveniva di proprietà della famiglia Onofri, dall’asse patrimoniale di Allegrezza degli Onofri, per poi passare alla famiglia Jacobilli a seguito del matrimonio (1559) di Allegrezza con Bernardino Jacobilli, fino ad arrivare per eredità a Lodovico Jacobilli che vi abitò fino alla morte e che acquistò alcune case confinanti appartenute agli Onofri, ampliando il palazzo.
Per ragioni inerenti il casato Jacobilli, il palazzo passerà poi nel 1703 ai marchesi Niccolini di Firenze a cui subentrano tra il 1809 e il 1815 i Boncompagni Ludovisi, duchi di Sora e Principi di Piombino.
Infine nei primi quindici anni del Novecento il palazzo viene acquistato da Luigi Antonini, fornaio folignate. Non ci sono fonti che attestano se l’interno del palazzo presentava apparati decorativi, oggi resta solo la volta di una stanza con dipinta un’immagine di “San Giuseppe”, probabilmente eseguita nel Settecento inoltrato e testimonianza di devozione e di cultura pittorica delle famiglie che hanno abitato il complesso.